domenica 16 ottobre 2011

Piccoli cedimenti nelle convinzioni

Copio da un mio status su FaceBook:

"In seguito agli ultimi misfatti, sto perdendo quella convinzione che mi ha portato a decidere di rimanere a vivere in Italia e a prendere tutte quelle decisioni che dal 2006 in poi ho preso e che mi hanno portato a essere dove sono".


È una sensazione strana e che non avevo mai avuto. Da quando ho cominciato a dover pensare a che cosa volevo fare della mia vita (e per fortuna è successo abbastanza presto, a 24/25 anni), ho sempre pensato, anzi sentito, di voler rimanere in Italia e di volermi "fermare" in questo posto dopo anni di viaggi ed esperienze all'estero. Ho visto tantissime persone continuare in questo peregrinare, lasciando il Paese per questioni politiche e/o economiche dicendo che l'Italia era un Paese di m...a. Motivavano la loro partenza con questioni politiche e, di conseguenza economiche, che si andavano comunque ad aggiungere a una loro voglia di partire.

A queste persone io rispondevo dicendo che nella vita non c'è solo la politica e che in Italia ci si vive bene a prescindere. Perché si comprano pomodori che sanno di pomodori, olio che sa di olio ecc... Perché, non si può negare, il clima influisce sulla felicità... Perché gli affetti che ti stanno intorno vanno comunque coltivati e abbandonandoli perdi anche un pezzetto di te stesso... Perché per un po' di anni ho rivestito i panni di chi accoglie chi lascia il proprio Paese invece di chi viene accolto... Perché ci vuole coraggio anche nel rimanere, nel far parte di quel numero di persone che si possono descrivere come "buoni cittadini", senza scappar via...

Ora sono qui, con una casa che anche se non è mia ufficialmente, lo è praticamente, con un lavoro che mi radica fortemente a questa città e non solo a questo Paese. Le scelte le ho fatte e le motivazioni sono quelle di cui ho appena parlato.

Ma quello che è successo ieri, dopo che finalmente c'era qualcuno che si organizzava per dire basta, per unirsi a quello che faceva il resto del mondo, mi ha veramente messo di malumore. Comincio a capire chi ha scelto di andare via. Non so se lo farei se ne avessi la possibilità, ma per lo meno lo capisco.

Soprattutto penso che non sia giusto che, oltre tutto, si debba anche essere di malumore. Eppure è così, sono arrabbiata, ma anche senza speranza. Speriamo che venga fuori presto qualcuno che dia speranza a me, ma credo anche a tante altre persone che come me non possono non rimanere incredule e arrabbiate per quello che è successo negli ultimi tempi, quello che è successo ieri e le risposte che tutti quelli che parlano a un microfono hanno dato.

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