sabato 29 settembre 2007

sì, viaggiare



Si parlava di viaggi, di città straniere, di persone che vanno e che vengono. Di chi preferisce rimanere a casa, di chi, a parte qualche breve vacanza, sa già quale sarà la propria casa, la propria famiglia tra 5, 10, 15 anni.
Anzi. Loro parlavano, io li ascoltavo. Mi sentivo lontana dai loro discorsi. Loro, qualche anno meno di me, tutti fidanzati da più di un anno, erano sicuri che sarebbero rimasti qui, in questa cittadina d'arte della toscana. "Ah per me e il mio ragazzo non ci sono problemi, vogliamo entrambi rimanere qui", "sì anche per me è lo stesso". Poi invece c'era un'altra coppia. Una coppia "mista". Lui non si smuove da qui. Quest'estate per la prima volta, all'età di 21 anni è andato all'estero, in Andalusia. Ma lo ha fatto per raggiungere la sua ragazza che era andata a studiare per qualche settimana lo spagnolo a Malaga. Altrimenti di sicuro sarebbe rimasto in Italia anche per le ferie. Tra di loro c'è sempre una discussione in corso su ciò che vorranno fare in futuro, tra le voglie di viaggi di lei, e le voglie di casa di lui. Anche questo deve essere un rapporto difficile, si vogliono bene, si vede benissimo. Ma sono completamente diversi l'uno dall'altro, e chissà che le differenze non li allontanino prima o poi. Io spero davvero di no, per tutti e due. Perchè ognuno ha qualcosa da imparare dall'altro.
Poi al tavolo c'ero io. Io, che non ho mai avuto un ragazzo serio. Io, che forse proprio per questo motivo mi sono lanciata in un corso di studi e una carriera che mi porteranno per necessità ad andare lontano. Io, che all'età di 17 anni prendevo un aereo per l'America. Io, che ho girato il mondo e che all'età di 25 anni posso dire di aver visitato tutti i continenti tranne l'Africa (anche se in Asia ho fatto solo scalo). Io, che posso dire di aver baciato ragazzi di tutti i continenti tranne l'Africa (che divertimento fare il conto!!). Avrei fatto tutto questo se avessi avuto una persona accanto? Oppure avrei preferito un villaggio vacanze a Tropea, o addirittura una casa al mare a Follonica? Avrei potuto conoscere Anne, Freddy, Franzi, Camilla, Bhuman, Lisa, Norris, Raphael, e tutte quelle persone a cui ho voluto bene in Australia? Forse, no. Forse per me sarebbe stato troppo difficile e allora mi sarei arresa subito, senza nemmeno provarci.
Mi rendo conto di tutte queste cose ora, dopo che per anni ho invidiato i miei amici innamorati. Io fin'ora ho sempre premuto il tasto del "sì, viaggiare", chissà se prima o poi inconsciamente riuscirò anche a premere quello del "sto con il mio ragazzo". Anche se non so fino a che punto questo dipende da me.

martedì 18 settembre 2007

paura del passato


Ritornano le giornate corte, ritorna la luce della sera quando esco dalla lezione con Lorenzo e Mauro, ritorna ascoltare CATERPILLAR su radio2. Ritornano i tanti impegni del dopocena. Ritorna spinning in palestra con tutti i personaggi che affollano i suoi spogliatoi. Poccianca ecc... Ritorna tutto quello che faceva parte della mia vita prima dell'estate. Alcune cose se ne sono andate, sono finite, per fortuna. Non c'è più quel pazzo studio per i finali, non c'è più nemmeno quell'ansia che non ti lascia mai, sta lì latente e non ti fa respirare mai a pieni polmoni. Altre cose si sono aggiunte. Come Chiara, un anno e mezzo, e Giulio, 5. I lunedì e venerdì pomeriggio passati insieme a loro a rincorrerli nel bel parco di casa loro.
Ma stasera mi ha invaso una sensazione strana. Tutte queste cose che ritornavano erano più forti delle cose che sono finite o che sono nuove. Tornavo a casa e avevo la sensazione di essere tornata indietro. Ciò di cui ho più paura al momento è di tornare a sentire per Raphael la stessa cosa che sentivo qualche mese fa. Ci sono voluti mesi per liberarmi dal ricordo che avevo di lui. E adesso ritornare al computer la sera aspettando di trovarlo su Messenger mi fa sentire come delle catene attorno al collo. Non mi sento ancora forte a tale proposito, per questo ho paura di tornare a stare male quanto lo sono stanta nei mesi scorsi.
A chi mi chiedesse come sto davvero ora la risposta sarebbe veramente difficile. Io ho sempre cercato una vita impegnata. Ho sempre cercato attività diverse da fare. Al momento le ho. Ogni giorno dedico un po' di tempo alla tesi, al lavoretto (che sia da babysitter o insegnante di inglese), agli impegni della Gi.Fra, o della parrocchia, agli amici. Ma mi accorgo che tutto questo non mi da felicità, occupa solo la mia mente per grandi fette della giornata. Mi riempie non la cuore ma la mente. Tuttavia se dovessi chiedere qualcosa a un immaginario genio della lampada non saprei davvero cosa chiedere. La felicità piena non so da cosa potrebbe provenire. Mi lascio quindi sorprendere, aspetto fiduciosa, con il sorriso che comunque riesco a mantere per tutti, come mi è stato già detto. Lascio anche qui un mio piccolo sorriso. :-)

martedì 11 settembre 2007

Una pausa dallo studio

Mi sto prendendo una pausa dallo studio, e sto anche cercando di prendermi una pausa da quell'atmosfera di tensione che ormai domina in casa mia. Quando ce la dimentichiamo, durante i pranzi, o come ieri sera guardando "Un posto al sole", si sta anche bene in casa. Ma stamani non è stato per niente facile. Io cerco di farmi i fatti miei, di evitare gli scontri e sorridere nella misura del possibile. Ma quando sono gli altri a cercare lo scontro cosa devo fare? Per di più mi si accusa anche di contribuire alla tensione che c'è già. Io non faccio niente per crearla ma non riesco a subire, senza riattaccare, quando qualcuno, in qualche modo mi attacca. Sarà un mio difetto ma proprio non mi riesce.
Ecco la mia mattinata è stata rovinata. Forse dietro a quella che chiamo tensione ci sono così tante storie dietro. Così tante sofferenze lontane, gelosie, rimorsi. Tutto quello che è successo si è accumulato con gli anni in silenzio ed ora è così grande che non riusciamo a dimenticare, ma nemmeno ad affrontare il problema, anzi i problemi.
A volte mi chiedo se questa è la vita di ogni famiglia. Se ogni famiglia vive gli stessi drammi... Dall'esterno sembriamo tutti così felici, sorridenti, soddisfatti. Poi nessuno scoprirà, dall'esterno, cosa ci sta dietro a quei drammi, non sapremo mai. Ma forse è un po' l'invidia che mi spinge a sperare che ognuno abbia di questi problemi, che debba affrontare i problemi della vita, della convivenza ecc...
Non credo che il sentimento di invidia che provo sia un sentimento positivo per me e per la mia crescita interiore. Ma almeno mi accorgo della sua presenza. E soprattutto mi accorgo che nutro invidia non solo per le persone estranee che sembrano felici ai miei occhi, ma anche per tanti altri intorno a me. Forse è proprio questa invidia che mi impedisce di migliorare me stessa, considerando veramente chi sono io rispetto al mondo circostante.

venerdì 7 settembre 2007

E' Difficile!!!

Scrivere su un blog è difficile! Porca miseria se è difficile. Scrivere bene è difficile, dire quello che si ha dentro è difficile. Soprattutto se si ha due esempi come quelli che ho io a cui fare riferimento. Soprattutto se questi due esempi, queste due persone che in qualche modo hanno lasciato una traccia nella mia vita, attraversano periodi difficili o addirittura difficilissimi. Soprattutto se i loro cuori vengono stravolti da infinite sensazioni diverse. Soprattutto se vedi che entrambe hanno un obbiettivo da perseguire, una meta che si sono prefisse.
A confronto con loro io sembro una statua di ghiaccio. Gli unici sentimenti che provo sono quando mi sveglio la mattina e vedo una bellissima giornata di sole come quella di oggi. Ovvio provo anche dei sentimenti nei confronti della mia famiglia a cui vorrò sempre bene, ma oltre a quello??
Io sono un'enterna single. Fino a qualche tempo pensavo che questo dipendesse dagli altri, dal fatto che non riuscivo a piacere a nessuno. Ultimamente invece mi sto convincendo che io non sono capace di stare accanto a nessuno. Che per quanto mi piacerebbe avere una persona, non so fino a che punto sarei capace davvero di amare. Cosa vuol dire amare? Come si può provare un sentimento di questo tipo? Come ci si arriva? Per qualche settimana mi è piaciuto un ragazzo a cui insegno inglese, ma dopo poco mi sono stancata di spingere per costruire qualcosa insieme a lui. Mi arrendo tanto facilmente che dubito veramente che sarò mai capace di amare qualcuno. Stamani dalla parrucchiera c'era un parrucchiere giovane, moro, con dei pantaloni neri aderenti. Io mi sono innamorata dei suoi tatuaggi, del suo sedere rotondo e del fisico atletico e curato che i vestiti lasciavano intendere. Ma se mi si fosse avvicinato e mi avesse chiesto di andare a prendere un caffè insieme io cosa avrei fatto? Molto probabilmente mi sarei allontanta, allarmata, rinchiusa nel guscio che da anni ormai mi protegge. Quel guscio che mi ha fatto innamorare di due persone che stanno dall'altro capo del mondo e che quindi per definizione non potevo amare davvero.
Allora qual'è la mia meta? La loro meta, quella delle mie due blogger preferite è stare bene, trovare un equilibrio da una parte e superare un enorme trauma fisico e psicologico dall'altra. Io mi sono resa conto di non avere una meta. Di non essere in cerca di niente, se non la fine dell'università, un lavoro e un'indipendenza economica. E gli altri dove sono? Come posso farli entrare in questo mio mondo così chiuso e solitario che forse avrebbe davvero bisogno di un po' di compagnia?

mercoledì 5 settembre 2007

primo intervento


Stamani mi sono svegliata con la sveglia, alle 8 di mattina, con la voglia e l'intenzione di studiare almeno un ora e mezzo. Di leggere quel bellissimo romanzo che ora sto cominciando ad odiare, di sottolineare e ricopiare le parti più interessanti e catalogarle sotto voci come: NATURA, ACQUA, COLONIZZAZIONE, PAROLE NON TRADOTTE, INGLESE INDIANO, MARE ecc... Ma leggendo l'ultimo bellissimo post di una mia amica mi è venuta voglia di trovare uno spazio per me in questo immenso mare di internet. A dire il vero un posto ce l'ho già, è il mio live spaces. Ma quello non è un posto semisegreto, tutti i miei amici e conoscenti vedono ,leggono, commentano. Qui invece sono io, di nascosto... Chi mi vorrà trovare mi troverà, chi saprà cercare mi troverà. I lettori, se ci saranno, saranno piuttosto, sconosciuti, casuali, ignoti. E preferisco così. Preferisco raccontare cose nascoste dentro di me da tempo a persone ignote. Come quel sogno che ho fatto stanotte. Per l'ennesima volta ho sognato di prendere un aereo con destinazione Brasilia. Quel luogo è lì e non scappa, non abbandona la mia mente e quella persona che vive lì non abbandona il mio cuore anche se si avvicina inesorabilmente il 21 di ottobre quando sarà un anno che non lo vedo. Ecco, già ho raccontato una cosa così personale che non avrei il coraggio di dirla a nessuno. E forse davvero non la dico a nessuno, ma almeno lo lasciata scritta qui, in questa sorta di diario segreto ma aperto a tutti, sperando che il raccontare e lo scrivere mi aiutino finalmente a liberarmi di una sensazione che una volta era bella, ora è solo diventata un peso per andare avanti.
Chissà!