lunedì 10 marzo 2008

esperienze di lavoro da interprete

Questa è una mail che ho scritto qualche mese fa dopo una brutta esperienza lavorativa. Me ne ero quasi dimenticata. Spero che venga letta da più persone possibile perché si sappia a cosa spesso andiamo incontro. Ho preferito elimare ogni riferimento alla titolare della ditta che ha organizzato questo matrimonio non per rispetto per lei, perché non ne provo alcuno, ma per evitare conseguenze spiacevoli.

Gentile Sig.na H.,

Le scrivo a proposito del nostro incontro di lavoro programmato per il matrimonio del 27 Agosto 2007, ma anche per chiarire quello che potrebbe essere stato un disguido, o piuttosto un malinteso.

Per capire meglio come stanno le cose Le ricordo quali sono stati i nostri contatti prima dell’incontro di stamani.

Il giorno 22 giugno 2007 lei mi contatta attraverso Facebook offrendomi un lavoro da interprete per il suddetto matrimonio. Nella mia email di risposta le inviai il mio CV. Dopodichè Lei mi rispose descrivendo nel dettaglio l’incarico. Questo è il testo dell’email che mi inviò il 22 giugno:

Hi there,

You would be required to interpret at the wedding ceremony. This means you
would have to present yourself on the Friday before the wedding at the town
hall for the discharge (you need your documents with you ie passport) and
then on the 27th you would interpret at the legal ceremony. I have a copy of
the translation if you would like to see it, although if you go in to any
town hall they will give it to you in English.

The normal fee for this service is 70 euros but due to the discharge being
on the Friday I would be looking at 120 euros, in cash. Please let me know
if this is agreeable with you.

Best wishes

K.

Dopo questo scambio non ci siamo più sentite fino al 15 luglio, quando lei mi ha chiesto di inviarle i miei dati per i preparativi del matrimonio.

Il giorno 24 agosto, come d’accordo, mi sono presentata presso il comune di Siena, dopo averLa chiamata per confermare l’incontro e per avere maggiori informazioni a proposito di esso. Durante la chiamata Lei mi ha solamente confermato la necessità di portare un documento d’identità, senza fare alcun riferimento all’evento interpretativo che si è comunque tenuto presso gli uffici dello Stato Civile del Comune di Siena, nè facendo riferimento ai requisiti estetici per il suddetto evento. Dovendo dunque portare solamente un mio documento non ho assolutamente pensato che questo potesse essere un evento formale. Addirittura le ricordo che circa due settimane fa le inviai una e-mail chiedendo se avrei potuto svolgere tutte le procedure di consegna dei documenti qualche giorno prima dato che avrei avuto degli impegni il giorno 24 agosto. Non ricevendo alcuna risposta da parte Sua, ho rimandato tali impegni, per rispettare quello preso con lei.

Quando ci siamo incontrate di fronte al Comune di Siena, Lei si è rivolta a me con un tono non propriamente cortese, dicendo che durante il matrimonio mi sarei dovuta vestire in modo adeguato e togliere tutti i monili che in quel momento stavo indossando. Sorpresa da questa richiesta, le ho confermato la mia disponibilità a rispettare i desideri Suoi e degli sposi. Una volta entrati nell’ufficio dello Stato Civile abbiamo svolto le procedure di scambio dei documenti e abbiamo iniziato la traduzione a vista del documento prodotto dalla responsabile del suddetto ufficio. Le ricordo ancora una volta che Lei non aveva mai parlato di un’interpretazione nel giorno 24 agosto. Io però ho prestato questo servizio, anche se non mi ero preparata a proposito, dato che appunto non ero stata avvisata di esso. Dopodichè mi sono resa disponibile ad adempiere ai compiti che lei mi avrebbe dato e ho accompagnato lo sposo e il testimone in un altro ufficio. Ho lasciato Lei e i Suoi clienti solamente quando lei mi ha avvertito che non c’era più bisogno di me, dandomi comunque appuntamento per lunedì pomeriggio e confermando ancora una volta la necessità di vestirsi adeguatamente per l’evento.

Dopo quasi mezz’ora Lei mi ha chiamato, dicendomi che lo sposo preferiva che fosse Lei, e non io, a svolgere il ruolo dell’interprete durante il matrimonio. Io ho accettato questo cambio di programma, ma quando ho chiamato per ricevere informazioni a proposito pagamento del servizio di interpretazione svolto durante la mattinata lei mi ha risposto con tono piuttosto offensivo che i Suoi clienti sarebbero solo stati disposti a pagare la benzina e il prezzo del parcheggio. Solo dopo lei mi ha detto che i Suoi clienti non volevano che io facessi l’interprete perchè non approvavano il mio abbigliamento.

Ritengo che sia scorretto da parte Sua e dei Suoi clienti rifiutarsi di corrispondere finaziariamente al servizio da me svolto questa mattina, servizio che non è stato per nulla danneggiato dal mio abbigliamento.

Le ricordo ancora una volta che gli interpreti svolgono un lavoro che non è legato a questioni di abbigliamento. In ogni caso, se io avessi avuto maggiori informazioni riguardo al tipo di evento a cui ero stata chiamata a partecipare, certamente mi sarei presentata vestita in modo adatto.

Per una collaborazione futura con altri miei colleghi, le consiglio di specificare in modo migliore il tipo di lavoro loro richiesto, considerando anche il fattore dell’abbigliamento.

Spero con questo di avere chiarito la mia posizione.

Distinti Saluti,

Livia Pacini

p.s. Se ha bisogno di una traduzione in inglese di questa lettera, posso farlo senza problemi.


Ovviamente non ho mai ricevuto risposta dalla simpatica inglese.